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Rai News 13/06/2025 – Alberto Luca Recchi: “Bandiere blu? Meglio la pinna di uno squalo”

By 13/06/2025 Luglio 21st, 2025 No Comments

Se ci sono i predatori, vuol dire che ci sono anche le prede. E dove ci sono prede e predatori, l’ambiente è ancora sano

La Puglia ha il record di Bandiere Blu. E ne va fiera. Ma attenzione: la Bandiera Blu non vuol dire necessariamente che l’acqua sia pulita.

È un riconoscimento assegnato da un’organizzazione internazionale – la Foundation for Environmental Education – sulla base di 33 criteri. Si valuta di tutto: la raccolta differenziata, le toilette pubbliche, l’accessibilità per i disabili, la presenza di bagnini, le piste ciclabili, la qualità dell’informazione ambientale… persino il wifi.

E l’acqua del mare conta?

Conta, certo, ma solo per circa il 15% del totale. Pochissimo. E soprattutto: non serve che sia pura, basta che non sia pericolosa. In pratica, se l’acqua rispetta i limiti minimi di legge per 4 anni consecutivi, è sufficiente. Non si fa differenza tra un’acqua semplicemente balneabile e un’acqua davvero pulita.

La Bandiera Blu quindi premia l’organizzazione della spiaggia e dei servizi, non la purezza del mare.

Ma se vogliamo davvero sapere se un tratto di mare è incontaminato, come facciamo?

C’è un indicatore infallibile: la presenza di uno squalo. Perché se ci sono i predatori, vuol dire che ci sono anche le prede. E dove ci sono prede e predatori, l’ambiente è ancora sano. Gli animali non si fanno ingannare. E gli squali del Mediterraneo non sono pericolosi. Da quando sono nato io, non c’è mai stata una sola vittima accertata senza dubbi o perplessità.

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